Perfetti si nasce o si diventa? In realtà, nessuno di noi nasce “perfetto” ma neppure lo diventa dal momento in cui, il concetto di “perfezionismo” è del tutto soggettivo e personale. Generalmente, la necessità di tendere a standard elevati, si traduce in un atteggiamento che si matura nel corso del tempo, per il bisogno di sentirsi “sufficientemente” adeguati e performanti (per sé e per l’idea che gli altri potrebbero costruirsi di riflesso).
Costantemente, il contesto nel quale oggi siamo inseriti, ci pone a confronto con miti e idee di perbenismo e perfezione che, potrebbero contribuire alla sensazione di non essere “abbastanza” e all’ ”altezza” di standard preimpostati. Nasce, di conseguenza, il bisogno e la necessità di rientrare nei generali “canoni” che potrebbero aspettarsi gli altri o, comunque, solo per la sensazione personali di sentirci allo stesso modo di come vediamo gli altri. La verità è che si tratta di una “percezione” e, in quanto tale, non ha metri di misura universali e standardizzati; piuttosto, è frutto di convinzioni personali di ciò che è bello, giusto, buono, positivo e di ciò che non lo è.
Dunque, quale potrebbe essere il modo più utile per vivere serenamente con se stessi? Sarebbe fondamentale investire sulla costruzione di un legame con se stessi basato sulla consapevolezza delle proprie risorse ma anche dei propri limiti (realistici) e sul senso di fiducia e autostima. Ricorda: sei sempre tu a scegliere e decidere chi hai bisogno di diventare ma soprattutto di essere!
Svantaggi sul proprio benessere dati dalla ricerca spasmodica di perfezione:
• Sentimenti di frustrazione, ansia, angoscia e depressione;
• Bassa resa effettiva sui risultati;
• Idee distorte e lontane dalla realtà.
• Scarsa fiducia e stima di sé.