La pratica dello Yoga è estremamente popolare. Ma sappiamo veramente cosa è lo Yoga, oltre a quello che vediamo su Instagram o TikTok?
La maggior parte di noi passa molte ore della giornata immersa nel rumore. Si tratta di pensieri, di parole, di immagini, senza tregua. Questo rumore di fondo, che è generato non solo dal mondo che ci circonda ma spesso anche dal nostro stesso mondo interiore, è come una cortina che nasconde uno spazio immenso. Questo spazio si può rivelare solo attraverso il silenzio.
Lo Yoga ci offre un metodo per imparare ad attenuare il rumore, per creare la possibilità che silenzio e spazio si rivelino. Si tratta di una pratica antica proprio perché il problema è umano, la sensazione che esista qualcosa ‘oltre’ il logorio provocato dalle ruminazioni mentali è alla base della ricerca umana da sempre.
Lo Yoga ha, da sempre, riconosciuto l’importanza del corpo e del respiro come aspetti fondamentali del percorso verso il silenzio mentale. Questo potrebbe sembrare un paradosso, perché per la cultura occidentale mente e corpo sono spesso considerati aspetti separati. La filosofia indiana, invece, parte dal presupposto che la mente sia semplicemente un aspetto più ‘sottile’ del corpo, intangibile, ma pur sempre materia. Del resto, anche la scienza occidentale ha ormai compreso l’interconnessione di corpo e mente nei disturbi psicosomatici.
Dalla considerazione che corpo e mente siano manifestazioni diverse della stessa natura e dall’antica acutissima osservazione che il respiro è un tramite diretto tra corpo e mente, nasce la pratica psicosomatica dello Yoga, che utilizza corpo e respiro per creare le condizioni affinché la quiete si manifesti.
È importante però osservare che, se possiamo imporre al corpo di muoversi o fermarsi, non possiamo fare lo stesso con la mente. Non possiamo dire alla nostra mente: “Fermati! Taci!” – occorre che ciò avvenga come conseguenza e non come imposizione.
Lo Yoga si può avvalere di movimenti lenti e di respiri estesi per stimolare una risposta vagale rispetto alla stimolazione del sistema nervoso simpatico, creando così le condizioni affinché a partire dal corpo si sviluppi la fiducia e la possibilità di rimanere fermi e che si possa arrivare all’acquietarsi spontaneo della mente.
Per questo, spesso le pratiche sono svolte in silenzio, ad occhi chiusi, focalizzando l’attenzione verso il respiro o trattenendo lo sguardo su punti corporei particolari, evitando di guardarsi intorno e di lasciarci nuovamente ‘riempire’ dagli stimoli esterni.