Negli ultimi anni c’è stato un incremento del numero dei matrimoni italiani religiosi e civili con un’età media degli sposi che si aggira tra i 30 e i 35 anni ma, con l’introduzione nel 2015 del divorzio breve, però, è altrettanto in aumento il numero delle coppie che si separa e divorzia.
L’evento del divorzio costringe a pensare ad aspetti pratici, economici, logistici ma anche e soprattutto, a degli aspetti più intimi, emotivi e psicologici, come la sensazione di fallimento, il dover trovare un senso nuovo alla relazione che si è avuta, l’ elaborazione della separazione psicologica, più ardua e lunga di quella fisica, dover trovare un modo di sentirsi famiglia in quanto genitori seppur non più coniugi, costringe ad una riorganizzazione sociale ed identitaria.
Come non bastasse, ad una coppia capita spesso di non riuscire a trovare accordi soddisfacenti per entrambe le parti, su tutta una serie di aree tipiche di dibattito tra cui, l’assegno mensile, la divisione dei figli, come fare per le vacanze, trovare un accordo sul piano educativo delle regole, dell’alimentazione, delle uscite, nonostante la separazione. Difficoltà che, un mediatore familiare interpreta solo in apparenza essere questioni di natura pratica e gestionale. Spesso la coppia inconsapevolmente o meno, tenta di mantenere un disperato contatto con l’altro, che sia attraverso il conflitto o un insoluto, pur di non recidere, di non rassegnarsi a fare i conti con la perdita dell’altro. Consideriamo anche che, spesso, quando una coppia si separa, seppur diranno ai figli come è giusto sia, che lo hanno scelto insieme di chiudere, i due non è detto siano nella stessa posizione rispetto alla relazione, nel senso che possiamo trovarne uno particolarmente motivato a trovare un modo di liberarsi dell’ex ed un altro che non ha mai accettato finisse ed è portatore di questo disagio prima ancora del problema dei soldi che gli si devono. Il tempo per alcuni si è come bloccato ai tanti “perché?” a cui poi infondo una risposta consolatoria non c’è.
Talvolta un conflitto, data la mancata separazione emotiva e psicologica, investe i figli e quando l’area della coniugalità inquina quella della genitorialità, con penose conseguenze per il benessere psico-fisico dei figli, questo può segnare il passaggio da un evento stressante qual’ è quello separativo ad un evento che può essere traumatico. Capiamo bene l’importanza di rivolgersi ad un esperto che, nella riuscita del processo negoziale, veda l’espressione dell’avvenuta elaborazione separativa e il ripristino di relazioni evolutive.