Il tempo attuale si caratterizza per la presenza di elevati ritmi, crescita di interazioni e relazioni, che hanno ripercussioni in tutte le sfere dell’individuo e della società.
Nel passato, si viveva in un mondo di cose date, di prescrizioni valide per tutti, la realtà era sufficientemente prevedibile, le istituzioni davano sicurezza. L’attuale società, invece, è caratterizzata da molteplici stili di vita e modelli di comportamento, diverse visioni della realtà e sempre più facile accesso alle informazioni, spesso contrastanti. In parallelo, cambiano anche i bisogni delle persone e le problematiche legate alla sfera psicologica più intima. Sono queste le condizioni che possono divenire terreno fertile per l’instaurarsi di manifestazioni disfunzionali quali ansia eccessiva, attacchi di panico, somatizzazioni: il disagio trova il suo canale di espressione, nonostante tutto, nonostante i tentativi di controllo che si tenta di mettere in atto.
Quando parliamo di controllo ci riferiamo tanto a ciò che ci sta intorno quanto a noi stessi e alla percezione che di noi abbiamo. In questo senso, l’approccio logico-razionale diviene un valore idealizzato, in contrasto alla sfera emotiva che viene svalorizzata, osteggiata, negata.
Si tratta di un atteggiamento che tende a sedimentarsi nel tempo, consolidandosi nella vita adulta, ma quale che sia il percorso attraverso il quale si giunge a sviluppare un’attitudine ipercontrollante, uno stile di vita così caratterizzato presenterà delle criticità in termini di soddisfazione personale, autenticità e benessere complessivo.
L’ansia ci avvisa che ci stiamo allontanando da noi stessi, dalla nostra autenticità, dai nostri bisogni essenziali. Ogni essere umano è irripetibile, è frutto del suo patrimonio genetico e della sua storia personale. Per questo motivo è necessario tenere presente che l’insorgenza dell’ansia è dovuta all’azione congiunta di diverse variabili, per cui anche il trattamento psicologico deve essere adattabile alle specificità della persona che chiede aiuto. L’obiettivo è di allentare il controllo o meglio, abbandonare l’illusione del controllo, per accettare la coesistenza di dimensioni vissute come opposte, ma che in realtà sono complementari. Ri-entrare in contatto con le proprie emozioni tanto ignorate e bistrattate, prendere consapevolezza dei propri bisogni più profondi, acquisire una sufficiente quota di auto-indulgenza che consenta finalmente di potersi accettare nella propria complessità e imperfezione. In molti casi possono essere d’aiuto tecniche di rilassamento, meditative, o ancora di espressione corporea, tutte attività che favoriscono il contatto con parti di sé precedentemente trascurate o negate.