Sta finalmente arrivando la bella stagione: uscite all’aria aperta, pic-nic, giornate al mare e gite fuoriporta, tutte occasioni che rinfrancano lo spirito ma se siamo in terapia con farmaci che – da un lato – migliorano sicuramente la qualità della vita, dall’altro si possono trasformare in veleni pericolosi se assunti in determinate condizioni o peggio, se lasciati ad “abbronzarsi” ai raggi del disco dorato. Bisogna innanzitutto distinguere fra farmaci FOTOSENSIBILI, che si deteriorano cioè qualora esposti alle alte temperature e all’attività radiante del sole e farmaci FOTOSENSIBILIZZANTI/FOTOTOSSICI, vale a dire che determinano reazioni gravi e inattese o che possono intossicare il nostro organismo quando, assumendoli, ci esponiamo ai raggi solari. Molti pure sono i farmaci appartenenti a tutt’e due le categorie (ad esempio antibiotici, vitamina A, antinfiammatori, anticoncezionali, immunosoppressori ecc.).
Per quanto riguarda il primo tipo più o meno tutte le medicine devono essere conservate sotto i 25°C, in luogo asciutto, ventilato e al riparo dalla luce diretta (i fotoni infatti modificano la struttura atomica delle molecole, inducendo alterazioni nella composizione delle sostanze. Il calore inoltre accelera le reazioni chimiche come per esempio l’ossidazione). Se, invece, abbiamo fra le mani medicinali particolari (insulina, cerotti, bombolette pressurizzate, farmaci iniettabili, alcune creme per esempio a base di cortisonici), cui lo stress termico causa alterazioni irreparabili nella struttura molecolare o nella matrice in cui sono dispersi (“colla” dei cerotti), questi devono essere conservati non solo al buio, ma a temperature ancora più basse o addirittura in frigorifero/buste refrigerate. Possiamo dire molto in generale che, il “farmaco secco” (compresse, tavolette, polveri) tollera meglio il caldo, poco la luce, “farmaco molle/liquido/gas” tollera male sia la luce che il caldo. Assicuriamoci, nell’aprire la confezione che, l’aspetto e il colore del preparato siano omogenei, non ci siano grumi/particelle in sospensione e che non emani cattivi odori, che la confezione a contatto col farmaco non sia deformata o deteriorata, che le compresse/tavolette non si sbriciolino, non siano deformi o scolorite. Preferiamo sempre rimedi “asciutti” in compresse/tavolette/granulati/polveri, preferibilmente che resistano fino a 30°C e siano confezionati in contenitori molto scuri o meglio opachi/argentati.
Per la seconda tipologia di farmaci bisogna fare molta attenzione a quali medicine ci spalmiamo addosso. Di recente si è scoperto che i farmaci topici a base di Ketoprofene (un antinfiammatorio), possono causare gravissimi danni da ustione alla pelle, anche fino a due settimane dopo l’ultima applicazione! Anche la Prometazina (un antiallergico) che viene usata proprio contro gli eritemi solari e le punture di insetti è fotosensibilizzante, così come i corticosteroidi in crema/unguento, i gel per l’acne a base di Perossido di benzoile (Es. Benzac) e gli antisettici in crema contenenti la Sulfadiazina argentica (Es. Sofargen).
BIBLIOGRAFIA (ultima consultazione dei siti web 09/04/2018):
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www.efarma.com/consigli/farmaci-da-evitare-con-lesposizione-al-sole
www.webmd.com/skin-problems-and-treatments/sun-sensitizing-drugs
www.aifa.gov.it/content/dossier-farmaci-estate
www.aifa.gov.it/sites/default/files/sicurezza_farmaci_stagione_estiva.pdf