Controllo e certezza rappresentano tutto ciò che ci offre la sensazione di stabilità. Ogni giorno, infatti, siamo alla ricerca – talvolta inconsapevole – di tutto ciò che ci rassicuri (prove, conferme, ipotesi) e che abbia la parvenza di essere fedele, certo e sicuro. L’uomo, in quanto essere umano, ha da sempre provato ad esercitare il suo bisogno di assicurarsi controllo sia su se stesso tanto quanto sulle cose intorno, come strategia di sopravvivenza e adattamento alla vita in sé.
La vita quotidiana, però ci impone sfide e prove dalle quali non sempre possiamo sottrarci ma che chiedono di essere affrontate, vissute in tutte le loro emozioni e sfaccettature. Tuttavia, tali esperienze e accadimenti generano, spesso, emozioni forti e intense come ansia, frustrazione, sensazioni di inadeguatezza e, più in generale, angoscia e disagio. Dunque, finiamo per entrare in lotta con tutto ciò che non ci piace ma che, talora, non possiamo cambiare. Allora, invece, della sensazione di stabilità sperimentiamo il bisogno di controllare, accertare per essere pronti e “preparati”.
La verità è che il tentativo di monitoraggio o di cambiamento circa tutto ciò che non rientra nel nostro potere, conduce solo ad un’impasse, un vicolo senza uscita che non ci permette di evolvere.
Tra le strategie più funzionali che permettono senso di autoregolazione emotiva e migliori capacità di fronteggiamento, c’è quella dell’accettazione; laddove per accettazione, non s’intende un atteggiamento passivo di fronte alle cose che accadono ma implica, piuttosto, prendere atto e comprendere esattamente ciò che è e che tale resta. Dunque, accogliere e comprendere meglio tutte le sfumature dolorose o meno piacevoli che non possono essere sottoposte a rivalutazione, può essere considerata un’alternativa utile a negarci tutto ciò che sentiamo. Nella vita tutto, infatti, è rivedibile tranne tutto ciò che non dipende dalla nostra diretta azione e responsabilità. Senz’altro, però, possiamo cambiare il nostro modo di stare nell’ineluttabilità.
Ecco i segnali che indicano una probabile vulnerabilità allo sviluppo di modalità controllanti e non accettanti:
• Rumini spesso su ciò che è accaduto e sul quale non puoi tornare indietro
• Rimugini su ciò che potrebbe accadere ma sul quale ti senti impotente
• Hai paura del cambiamento
• Ti senti poco tollerante rispetto all’imprevedibilità degli accadimenti
• Resti incatenato nei pensieri dicotomici “bianco-nero”, “tutto-niente” e non accogli le sfumature
• Ti senti angosciato e ansioso quando l’esito delle cose non corrisponde a ciò che ti aspettavi
• Ti rilassi solo quando pensi che sia tutto sotto controllo
• Provi una sensazione di rifiuto di fronte ai cambiamenti