Il cibo può influire sui nostri comportamenti quotidiani. Come? Il rapporto tra salute e cibo è da molto tempo argomento di psicologia e neuroscienze che, tra le varie cose, hanno dimostrato gli effetti positivi dei cibi ricchi di antiossidanti e omega 3 sull’apprendimento e la memoria. Molti studi sono stati anche dedicati all’influenza della flora batterica intestinale sugli stati d’animo e in particolare sull’apprendimento.
Gli aspetti legati a questo tema sono variegati; per esempio è stato dimostrato che, una adeguata concentrazione di serotonina, può incidere in modo favorevole sulla calma, sulla gioia, sul gioco, sula creatività e così via. Il pesce e la carne influiscono molto sui nostri comportamenti. Per esempio il consumo di carne influisce sul metabolismo dei neurotrasmettitori elevando i livelli di tirosina, l’amminoacido precursore di dopamina e adrenalina, i neurotrasmettitori tra le cause dell’aggressività degli animali predatori. Un consumo frequente di carne può incidere in maniera negativa sui livelli di serotonina.
Mangiamo ciò che mangiamo in base ai nostri gusti, ma siamo ciò che mangiamo anche in termini simbolici poiché le nostre pratiche alimentari nascono e si consolidano con il nostro stile di vita. Poiché non viviamo soli spesso siamo condizionati da chi ci sta intorno, dagli altri. Ad influenzarci ci sono prima di tutto i nostri genitori. La famiglia, infatti, rappresenta il primo modello che seguiamo. Con la crescita ogni essere umano comincia poi ad imitare gli amici soprattutto quando si è in gruppo. Tra i giovani, quindi, è frequente l’uso di dolci, patatine, gomme da masticare. È anche in questa fase della vita che si vengono a creare dei veri e propri stereotipi, per esempio la verdura o la frutta vengono considerati cibi “femminili” mentre la carne rossa o i formaggi cibi “maschili”.
Il cibo è essenziale per il nostro organismo; è risaputo che una alimentazione sana contribuisce al nostro benessere psico-fisico ed è un’arma di difesa verso malattie croniche. Ma il cibo è anche cultura, condivisione, tradizione. Avere un ottimo rapporto con se stessi e accettarsi come si è consente di avere una relazione molto positiva con il cibo. Purtroppo, nei giovani, questa relazione non sempre è sana e infatti anoressia e bulimia sono spesso in agguato.
Anoressia nervosa. Colpisce sopratutto le donne specialmente nel periodo dell’adolescenza. Un disturbo caratterizzato dalla percezione distorta del proprio corpo vissuto in modo fortemente inadeguato. Tra i sintomi più comuni di anoressia nervosa ci sono la stanchezza, l’insonnia, perdita di capelli ma anche danni gastrici o l’osteoporosi. Chi soffre di anoressia fa un continuo conteggio delle calorie assunte, è ossessionato dalla dieta, magia sempre gli stessi alimenti, cucina per gli altri, abusa di farmaci che ritiene utili alla perdita di peso.
Bulimia nervosa. Si tratta di una incontrollata necessità di ingerire grandi quantità di cibi calorici associata alla preoccupazione di non aumentare il proprio peso. Le grandi abbuffate vengono, quindi, compensate da vomito e uso di lassativi. Tra i comportamenti più comuni ci sono la presenza eccessiva di alimentazione in periodi più stressanti, scarsa autostima, l’acquisto di ingenti quantità di cibo.
In media i carboidrati esercitano effetti sedativi e rappresentano, insieme alle proteine, i fattori più importanti in grado di influenzare il comportamento umano. Il nostro sistema nervoso può essere influenzato da errori alimentari, per esempio l’insonnia o l’ansia immotivata possono essere conseguenza di scarsa assunzione di calcio o di magnesio così come scarsa concentrazione o depressione possono essere il risultato di carenza di ferro, potassio o rame. Fare attività fisica può aiutare ad allontanare i pensieri negativi e a tenere anche la mente dinamica e attiva.