Una crisi di coppia non nasce dal nulla: è il prodotto di una serie di eventi che, nel tempo, creano distanza e senso di solitudine. Così come il tradimento, il sintomo di crisi di coppia è più ricorrente e doloroso, spesso raccontato dal partner tradito come “un fulmine a ciel sereno” ma che in realtà – a ricostruire la catena degli eventi – così sereno non lo era affatto. Eppure le persone possono passare molti anni a sottovalutare l’impatto del distanziamento psicologico, emotivo, fisico e sessuale in cui gradualmente si ritrovano. Presi dagli impegni, dalle crescenti responsabilità, dal far spazio ai bisogni dei figli e tutte quelle questioni di vita contingenti che se non ci si protegge, sottraggono energia al legame di coppia.
In tutto ciò che facciamo occorre impegnarsi per realizzarsi al meglio mentre spesso si assiste ad un curioso fenomeno per cui alla coppia non è riservata nel tempo la stessa dedizione ma si ha comunque l’aspettativa che duri. Quasi bastasse il patto sancito in passato. Entrano in scena chiaramente anche i modelli appresi – cosa hanno visto fare questi partner ai loro stessi genitori come coppia – e gli antichi bisogni di figli inappagati.
Il malessere viene espresso in vari modi, più spesso usando una modalità di esternazione della propria frustrazione che anziché creare la possibilità di essere capiti e aiutati sortisce solo l’effetto di un ulteriore distanziamento. Pensiamo alle critiche continue, alla mancanza di capacità di mettersi nei panni dell’altro e di empatia con la risultante di un muro impenetrabile, al disprezzo che è la condanna principale alla relazione. Ci innamoriamo di un altro anche in funzione dell’immagine buona e desiderabile che ci rimanda della nostra persona. E’ puntuale e reciproca questa operazione. Ci sentiamo speciali, importanti, unici, i migliori. Nel tempo la coppia corre il rischio frequente di smettere di evidenziare le parti positive dell’altro per lasciare il campo alla sottolineatura degli insopportabili difetti – che poi sono l’altra faccia della stessa medaglia. Questo disprezzo continuo non può che creare le condizioni per perdersi come “amici”, come confidenti. L’intimità viene sostituita da silenzi e attacchi. I partner si sentono piuttosto soli e sopraffatti.
E’ la condizione che più favorisce l’entrata di un amante. All’improvviso si ricrea quella condizione in cui qualcuno ti vede, ti ascolta, ti capisce, ti apprezza. A sua volta innesca un circolo vizioso per cui il partner è sempre meno desiderabile. Quando una coppia chiede aiuto colpita dalla ferita del tradimento, accanto al superamento emotivo dell’accaduto che somiglia, in parte, ad un trauma psicologico come effetti e sintomi, occorre ricostruire l’intimità perduta. Riaprire cioè la finestra che in passato era aperta solo “tra me e te” dove possiamo dirci cosa pensiamo, come stiamo, le cose di cui abbiamo bisogno, i nostri sogni, le nostre priorità che nel tempo saranno cambiate e vanno aggiornate. E così pian piano ri-conosco l’altro, ritrovo l’amicizia, la vicinanza, la fiducia.