Nascono a Fidenza (Parma) nel 1994 e oggi sono molto diffusi grazie alla possibilità di comprare alimenti attraverso canali alternativi alla grande distribuzione organizzata (GDO).
Formati da famiglie, colleghi di lavoro oppure amici che scelgono in gruppo i fornitori dai quali acquistare gli alimenti oggi sono centinaia in Italia e aumentano gradualmente.
Per quanto il risparmio economico sia un elemento importante per il g.a.s., il suo obiettivo primario è la realizzazione di un tipo di consumo critico e solidale. Critico perché i suoi membri si domandano se per produrre quel bene sia stato rispettato l’ambiente, se gli operai sono stati pagati con il giusto compenso, quanti passaggi siano necessari affinché l’alimento giunga al consumatore e quale sia la quantità di imballaggio necessaria alla vendita del prodotto, ma anche solidale in quanto prediligono sia i produttori locali – stabilendo con essi una relazione basata sulla fiducia – sia i produttori del Sud del Mondo rispettando il principio del consumo equo e solidale. Per quanto riguarda la qualità degli alimenti, questi devono risultare biologici, stagionali e possibilmente a chilometro zero in modo che l’impatto ambientale dovuto alla coltivazione degli ortofrutticoli, all’allevamento degli animali e al trasporto delle merci sia ridotto al minimo.
Altra particolarità dei g.a.s. è la partecipazione di ogni membro alle attività di gruppo. Al suo interno viene, infatti, designato un referente per ogni prodotto ordinato con il compito di gestirne l’intero processo di acquisto:
informare gli associati su come verrà acquistato il prodotto;
raccogliere il numero delle persone che desiderano comprare il prodotto ed inoltrare l’ordine collettivo al fornitore;
effettuare il pagamento;
decidere come trasportare la merce;
stabilire dove verrà conservata la derrata alimentare fino al momento della consegna agli altri membri.
I g.a.s., per quanto è loro possibile, si recano presso gli agricoltori e gli allevatori per capire come viene prodotto in azienda ciò che comprano e per instaurare con essi un rapporto che possa durare nel tempo. Questa pratica genera alcuni importanti benefici. In primo luogo, permette alle aziende di piccole dimensioni di continuare a sussistere, dal momento che, nella maggior parte dei casi, esse si basano sulla produzione di alimenti biologici e stagionali, insufficienti a soddisfare le quantità richieste dalla GDO. In secondo luogo, viene ristabilita una relazione economica e una trasmissione di conoscenze tra la campagna (tradizionale area di produzione) e la città, (tradizionale area di consumo).
L’importanza della funzione sociale svolta dai g.a.s. è riconosciuta dalla legge finanziaria del 2008 che, all’articolo 1 comma 268, riporta la definizione dei gruppi di acquisto solidale, indicandoli come «soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e di distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale». I g.a.s. sono inquadrati fiscalmente come enti non commerciali per i quali la forma giuridica più idonea sarebbe quella di associazione non riconosciuta, cioè di società senza personalità giuridica. La legge del 2008 prevede che, nello statuto dell’associazione, siano riportati lo scopo, le modalità e le condizioni di ammissione dei soci, le regole sull’ordinamento interno e sull’amministrazione. La legge, inoltre, presenta le indicazioni sugli acquisti collettivi, ovvero ogni componente è tenuto a pagare la quota “prodotto” ordinata comprensiva di spese accessorie e di trasporto senza nessun ricarico, la merce dev’essere accompagnata dalla fattura durante il suo trasporto e da un documento provvisto di descrizione dei prodotti comprati con i dati significativi dell’azienda.
Per quanto riguarda l’aspetto sanitario, i g.a.s. non devono sottostare alle norme inerenti all’autocontrollo igienico e alla rintracciabilità alimentare, quindi è buona prassi condurre un controllo sensoriale e visivo della merce prima di acquistarla o al momento del suo arrivo nella sede della società. Altro fattore da non trascurare è la corretta conservazione degli alimenti e la sanificazione degli ambienti e delle attrezzature utilizzate nel trasporto e nel mantenimento della merce.
I gruppi di acquisto solidale sono un bell’esempio di consumatori consapevoli perché si rendono attivi nella scelta degli alimenti che mangiano, rispettando allo stesso tempo l’ambiente, chi ha prodotto e trasformato tali derrate alimentari senza generare eccessive quantità di rifiuti, preferendo realtà produttive locali la cui attività è generalmente sfavorita dal sistema della GDO.
L’articolo è stato scritto consultando la “Guida pratica ai gruppi d’acquisto” presente nel sito www.salvafamiglie.it