Il bisogno comune e condiviso dalla maggior parte delle persone è quello di poter controllare in che modo sentirsi, cosa non provare e come gestire le sensazioni ed emozioni forti. Questo rappresenta senz’altro una necessità legittima ma allo stesso tempo uno tra i peggior autosabotatori che ci porta nella direzione spesso contraria a ciò che desideriamo.
Vivere tutto ciò che ci circonda e, in generale, quello che ha un valore importante per noi in modo profondo è una delle esperienze più significative che possiamo fare. Certamente, spesso, ciò potrebbe comportare vivere anche la sofferenza implicita nel forte sentire. Tuttavia, la sofferenza è una parte ineludibile della vita stessa; serve per trasmetterci messaggi, informazioni e, in ogni modo, per vivere. La buona notizia c’è! E’ possibile concepire un nuovo modo per leggere ciò che ci arriva forte e considerarlo come parte integrante nella nostra cassetta degli attrezzi pronta all’uso.
Tra tutti i processi, la pratica della Mindfulness ci insegna il potere dell’accoglienza. Accogliere, significa raccogliere a sé, contenere. In che modo, quindi possiamo accogliere ciò che non ci piace o che mal soffriamo? Si può imparare a non avere l’intenzione di scartare ma osservare, quindi accogliere, ciò che arriva per provare a comprenderlo e se possiamo anche a tollerarlo. Accogliere, nella pratica di Mindfulness, vuol dire prendere per poi lasciar andare, lasciare che sia. Così essendo meno concentrati a cercare di combattere, il potere dell’accoglienza ci permetterà di rispettare ogni cosa che arriva dentro di noi dandogli degna legittimità. In tal modo, si imparerà ad aver fiducia nelle nostre capacità di contenitori che automaticamente tengono ciò che può essere utile e tolgono ciò che, invece, non è utile.
E tu, lo sapevi di avere un contenitore che si apre e chiude automaticamente, processando tutto ciò che arriva dentro di te?